> «Mi chiamo Louise Paulin, vengo dalla Svezia e da piccola volevo diventare una scienziata.»
Parla un’atleta, rider, mamma, guida di mountain bike. Trapiantata dalla penisola scandinava a quella italiana. Uno stile di vita che coniuga l’impegno agonistico all'Enduro World Series con famiglia e lavoro. La vita di Louise Paulin ruota attorno alla bike, ne ha sempre fatto parte.
> «Ho imparato ad andare in bici quando ero una bambina, la usavo tutti i giorni per andare a scuola. Ma è stato attorno ai vent’anni che tutto ha avuto inizio. In Norvegia assistetti per la prima volta a una gara di downhill. Ho pensato subito che fosse una vera figata. Pioveva e c’era fango. Era la cosa che avrei voluto fare anche io. Dopo 2 anni avevo la mia prima mountain bike.»
© Alex Luise
Cambiare per crescere
> «Abitai per un periodo a Chamonix, ma conoscevo già l’Italia e la Liguria perché venivo spesso a girare in bici a Finale. Fu qui che conobbi un ragazzo italiano. Non una conoscenza come le altre. Tanto che decisi di spostarmi di nuovo: ora qui ho la mia famiglia e la mia vita e non vorrei essere da nessuna parte.»
I grandi cambiamenti fanno parte della vita, secondo Louise, e hanno sempre un aspetto positivo di crescita.
> «Spostandomi in Liguria ho rinunciato alle grandi montagne di Chamonix, dove amavo sciare. Tuttavia preferisco non vedere quello che mi manca: quando fai un cambiamento guadagni sempre qualcosa. Non penso a cosa ho perso, ma alle cose nuove e positive che ho trovato. Torno in Svezia una volta l’anno, lì è dove ho vissuto per 23 anni e devo ammettere che alcuni aspetti di quella vita mi mancano. Ma quando torno lassù non mi sento molto svedese, ormai mi sento più italiana.»
Il significato della mountain bike
> «La mountain bike mi ha portato qui, dove ho costruito il mio presente e il mio futuro. È una disciplina che ha molti significati: stare all’aperto immersi nella natura, stare con gli amici, socializzare e condividere emozioni. E poi ci sono le gare: correre ti porta a sfidare te stesso e a spingere in là i tuoi limiti, per diventare più forte, imparare nuove cose per essere più veloce.»
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Una passione, uno stile di vita e una professione. Il suo lavoro di guida in mountain bike le regala esperienze sempre nuove.
> «Portare in giro per le montagne liguri persone sempre nuove mi diverte tantissimo. Molti vengono dal Regno Unito, dalla Scandinavia, dagli Stati Uniti e dal Canada. Da poco abbiamo aperto una scuola di mountain bike per bambini, per insegnare loro le tecniche di base. Alla fine sono in bici cinque giorni a settimana, non potrei chiedere di meglio.
> Felicità e libertà in fondo vanno di pari passo. Libertà per me è quando sono lanciata in discesa, sento il vento addosso e posso scegliere le traiettorie che voglio, allo stesso tempo vedo i miei amici che ne fanno di diverse. È un po’ come sciare, prendi la tua linea e sei libero di andare.»
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La confidenza per spingersi al limite
In mezzo ai boschi con gli amici e la propria bici, mezzo per raggiungere luoghi incredibili.
> «Amo la mia bici, nella mia testa lei è una ragazza, anche se non ha un nome. Sempre bellissimo quando ne arriva una nuova. Dispiace separarsi da quella vecchia, ma so che è per guadagnare qualcosa di nuovo e migliore.»
Bici, abbigliamento, protezioni. Tutto l'equipaggiamento di un biker è pensato per la performance. Non solo quella che si ricerca sui campi di gara.
> «Il rapporto con il mio equipaggiamento è diverso. Quando usi qualcosa per tanto tempo sembra che ti sia stato cucito addosso, prende la tua forma. Quando bisogna cambiarlo è per assurdo più difficile che cambiare bicicletta. Mi affeziono alle protezioni che uso, anche ai guanti e alle scarpe. Le maglie [](http://www.dainese.com/?cgid=bike-shirts)invece, mi piace averne sempre di nuove.»
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Come ogni atleta, Louise è una esigente, ha alte aspettative da sé stessa e da tutto ciò che concorre a raggiungere il risultato.
> «Per sentirmi a mio agio sulla bici serve che tutto sia al suo posto.La bici deve essere regolata alla perfezione in tutto, devo avere abbigliamento, un casco, ginocchiere e guanti comodi. Mi serve un contatto ottimale con i pedali e il manubrio.
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> Una cosa a cui do tantissima importanza è il casco. Come le altre protezioni, è indispensabile per spingere i propri limiti e migliorare. Nell’enduro in particolare, abbigliamento e protezioni devono essere comodi, che stiano indosso come una seconda pelle. Solo a quando hai tutto addosso e ti senti sicuro puoi davvero esprimere te stesso.»