Alla ricerca di un livello di sicurezza superiore, dal 2023 il gruppo Dainese supporta la nazionale italiana di bob fornendo agli atleti caschi integrali da moto AGV, fondamentali per far fronte alle crescenti velocità che si affrontano lungo le discese, regolarmente ben superiori ai 100 chilometri l’ora. Questo, in cerca sì di una migliore e più efficace protezione, ma anche per curare la performance sotto ogni punto di vista: i caschi da moto, più di altri, presentano aerodinamica efficiente e un ampio campo visivo.
Sport olimpico dal 1924, il bob è una disciplina poco diffusa, anche a causa dell’esiguo numero di piste presenti, in Italia al momento solo una, ma per questo ancor più affascinante da scoprire e conoscere.
Abbiamo avuto l’occasione di fare una chiacchierata con tre membri della nazionale italiana, in particolare con Giovanni Mulassano, tecnico responsabile della preparazione atletica, Giada Andreutti, pilota di monobob e di bob a due femminile, e Lorenzo Bilotti, frenatore nel bob a 4 maschile. Da loro ci siamo fatti raccontare i fondamentali di questo sport, per capire quali siano le sfide e le insidie che gli atleti devono affrontare, quali le performance, le abilità e la preparazione necessarie per competere ai massimi livelli.
Alla prima domanda risponde Giovanni Mulassano, forte di una visione d’insieme frutto di un’esperienza decennale prima come atleta e poi come tecnico: come funziona lo sport del bob?
Partiamo dai componenti dell’equipaggio: uno nel mono bob, due nel bob a due, quattro nel bob a quattro maschile. Il bob parte da fermo, c’è un primo tratto non cronometrato di 15 metri prima della prima fotocellula che è quello in cui si spinge. Poi c’è lo zero e tutta una serie di fotocellule a seguire per rilevare intertempi e velocità.
Lo scopo dell’equipaggio è quello di partire da fermi con la massima accelerazione, ecco perché gli atleti devono avere un’importante forza esplosiva. C’è poi la fase di scivolamento, quando solo il pilota agisce sui comandi, in particolare con uno sterzo che muove i pattini anteriori.
Per il resto è semplice: vince chi compie la discesa nel tempo più breve. Le gare solitamente sono su 2 manche con somma dei tempi, ma le gare più importanti tipo Olimpiadi e Mondiali si corrono su 4 manche.
Ci rivolgiamo a Lorenzo: quali sono i ruoli dei membri dell’equipaggio?
In partenza, tutti spingono. Poi c’è il pilota, da solo sul monobob. Nel bob a 2 e in quello a 4
quelli che stanno dietro sono nominati frenatori. Nel bob a 4, il secondo e il terzo sono tendenzialmente più pesanti, esplosivi, abili a raggiungere importanti picchi di velocità rapidamente. Loro, durante la discesa non hanno un ruolo specifico, ma è importante la posizione che assumono per ottimizzare il fattore aerodinamica.
Una domanda ora a Giada, pilota: cosa rende unico il bob?
Dal punto di vista del pilota è interessante il dualismo fisico e mentale tra spinta e guida, momenti che richiedono sforzi di tipo molto diverso. Terminato il momento di potenza pura dobbiamo azzerarci, rilassarci e guidare con serenità e precisione, ogni piccola vibrazione può portare a sbavature nelle guida e a conseguenti perdite di tempo.
Come negli sport a motore, un ruolo importante è rivestito dalla velocità e quindi dall’adrenalina. Qui il motore però non c’è, e questo secondo me lo rende ancora più affascinante, il bob è un mezzo che va “messo in moto” solo dalla forza umana, pensate che un bob a 4 arriva a 630 kg a pieno carico, mentre noi donne dobbiamo spingere da sole un monobob da 163 kg.
Giovanni, qual è l’errore più comune commesso da chi guarda una gara di bob senza conoscerlo?
Molti pensano che sia ben più facile di quello che in realtà è, si pensa che ci siano traiettorie predefinite, si crede che una volta saliti a bordo non si faccia più nulla, invece la guida è molto importante per essere veloci, dopo la spinta che comunque non è banale se si voglia raggiungere un livello eccellente. È come guidare una moto in pista, farlo e basta è tutto sommato semplice, farlo ad alto livello è ben altra cosa.
Lorenzo, da cosa dipende una buona discesa?
Gli elementi più importanti sono come detto la partenza, quindi l’affiatamento nella spinta, la preparazione atletica, fondamentale è anche abilità nel salire sul bob, aspetto importantissimo per mantenere la velocità acquisita durante la spinta. Se si accusa troppo distacco in partenza poi è molto difficile recuperarlo. Su un tempo attorno a 1 minuto i distacchi finali degli equipaggi migliori sono di centesimi, al massimo di pochi decimi.
C’è poi la parte di discesa in sé, che dipende dai materiali e dalla guida. Una volta tutto lo sport era molto sbilanciato sulla guida, poi c’è stata un’evoluzione tecnica dei materiali, le piste sono state rese più sicure, quindi il bob anche in condizioni estreme rimane sui pattini, ecco che il bob come mezzo ha acquisito più importanza. Sei si sbaglia, però, chiaramente si perde velocità, quindi la componente guida rimane.
Giada ci espone il punto di vista del pilota: È cruciale anche un corretto allenamento mentale, la visualizzazione della pista e l’analisi delle curve; bisogna considerare poi che il ghiaccio cambia da un giorno all’altro in base alle condizioni meteo, bisogna valutare questo aspetto e adattare la guida di conseguenza.
Chiediamo sempre a Giada: che comandi ci sono nel bob? Quanto è davvero sotto il controllo dell’equipaggio?
Ci sono due maniglie per sterzare che muovono i pattini anteriori, che danno la direzione, mentre i posteriori sono fermi. SI tira la maniglia di destra per andare a destra e viceversa, quanta forza applichiamo determina quanto sterziamo.
Giovanni, come vi allenate?
Il bob è una disciplina abbastanza complicata. La preparazione di base è un mix tra uno sprinter dell’atletica leggera e un sollevatore di pesi. Il lavoro di fino sta nel trovare l’equilibrio corretto tra le due. Non solo, la preparazione che facciamo in estate ci deve portare a essere al top per un lungo periodo che dura tutto l’inverno.
Parliamo ora un po’ di un tema caro a noi di Dainese: l’abbigliamento e le protezioni. Cosa indossate a bordo del bob e come avviene la vestizione?
Abbiamo un tutino che copre fino ai polsi e alle caviglie. È un materiale tecnico che ci permette di stare caldi, ma soprattutto di essere aerodinamici. Il rito della vestizione è soggettivo, ma tendenzialmente si indossa una maglia termica, un giacchino in kevlar di sicurezza che protegge da abrasione e da taglio in caso di ribaltamento. Questo è obbligatorio da appena due stagioni.
Poi il casco, sempre più importante. Considerate che le velocità sono in leggera crescita negli ultimi anni: a Whistler, Canada, si sono raggiunti i 158 chilometri orari, anche se quella è l’unica pista con quelle velocità; a Cortina si arriva comunque sui 130. Si usa obbligatoriamente un casco integrale, quasi sempre da moto, perché offre un’ampiezza di campo visivo ottimale. Poi, per il pilota, è fondamentale la scelta della visiera, chiara o scura, e poi serve il visierino interno Pinlock, per evitare l’appannamento. L’aerodinamicità del casco da moto è altresì elemento importante, soprattutto per il pilota che stando davanti è il più esposto.
Poi ci sono le scarpe chiodate, simili a quella da atletica come forma, ma nell’avampiede ci sono 150 chiodini da 3 mm che si piantano nel ghiaccio, servono per non avere indecisioni durante la spinta.
Quali sono i rischi maggiori durante una discesa?
In curva ci sono stress molto importanti, con le compressioni si arriva anche a 5G. Poi può sempre capitare di ribaltarsi e se sbagli qualcosa non hai gas o freno per correggere. In moto si può andare lunghi, frenare e fermarsi, o scivolare e fermarsi dopo pochi metri. A noi può capitare di fare tutta la pista sotto il bob, in quel caso il giubbino in kevlar e il casco possono salvarti, sia da traumi che dallo sfregamento.Va considerato inoltre che il casco, anche in condizioni normali, sbatte spesso contro la carena del bob.
Da quali sport arrivano di solito i nuovi atleti?
Spesso dall’atletica, in particolare dagli sprint, poi sport di lancio, di salto e di sollevamento sono i più comuni.
Qual è la pista più affascinante al mondo?
Cortina per noi è la più affascinante. Un'altra molto bella è Sankt Moritz, costruita solo di ghiaccio, viene rifatta da zero ogni anno.
Il bob resta uno sport di nicchia, ma ciò che richiede agli atleti è tutto fuorché marginale. Dietro ogni discesa ci sono preparazione, materiali e scelte tecniche che fanno la differenza. Ma, come in tutti gli sport di velocità, è fondamentale anche la componente di protezione affinché gli atleti si sentano sicuri e nelle condizioni di dare il meglio. Dopotutto, lo sforzo espresso in pista deve essere massimo, per ambire a risultati di prestigio, perchè, come in moto “farlo e basta è tutto sommato semplice, farlo ad alto livello è ben altra cosa”.