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Preparato per obiettivi irraggiungibili

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Demonerosso

10 Febbraio 2021

3 min

Joan Mir è il nuovo campione del mondo di MotoGP

Non si vince mai per caso. Soprattutto in un campionato di quattordici gare, nella massima serie del motociclismo. Si dice che il campione abbia sempre ragione, ed è proprio così. Chi vince ha fatto qualcosa meglio di tutti gli altri. E Joan Mir si è preparato meglio di tutti a farlo. 

Per guadagnarsi il diritto a portare il numero 1 inseguito da tutti non basta partire favoriti, e non basta essere veloci. Bisogna crederci sempre, soprattutto nei momenti difficili. E lavorare su ogni minimo dettaglio. Fa la differenza tra arrivare fra i primi, e superare tutti - anche se stessi.

La storia di Joan Mir è questa. Da inseguitore dietro i riflettori, al tetto del mondo. Joan è uno di quelli con il fuoco dentro. Tranquillo e mite fuori dalla pista, una volta in sella la concentrazione raggiunge l’apice. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

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La sua crescita costante ha portato Joan a maturare ad ogni gara e realizzare il suo obiettivo. Il talento da solo non basta: ce l’hanno in tanti, ma solo uno vince. Servono preparazione, duro lavoro per migliorarsi ad ogni giro e sacrifici. 

Il titolo in Moto3 nel 2017 è solo il preludio: nel 2016 il debutto a tempo pieno nel motomondiale, con la prima vittoria a metà stagione in Austria. L’anno successivo un dominio incontrastato, fatto di dieci successi. Il 2018 nella Moto2 è un periodo di transizione: dopo poche gare arriva la firma che lo porta in MotoGP nel 2019. 

Il debutto tra i grandi non è semplice, ma Joan sa di non essere lì per caso. Nel 2020 bastano pochi gran premi per iniziare a raccogliere i frutti. Arrivano il primo podio, una vittoria sfiorata e poi ancora podi. Una consistenza che lo definisce come favorito.

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Joan ha mostrato doti interiori che in pochi possiedono. Soprattutto la capacità di sopportare la pressione nel momento più difficile: “Questo è il mio lavoro ed è bellissimo, le vere pressioni sono altre.”   

A tre gare dal termine della stagione, quando la classifica gli era già favorevole, anche senza un Gran Premio vinto ha sempre saputo cosa lo ha portato al comando, e ha sempre saputo cosa gli mancava per vincere.  Al momento giusto lo ha trovato e ha messo le mani sul titolo. Una crescita personale e sportiva superiore, che esprime tutto il suo pieno potenziale umano.  

Non ci sono mete irraggiungibili. Se si può immaginare si può fare, e se si può fare, bisogna prepararsi per farlo. Joan lo ha fatto. 

 

Complimenti, Campeon.