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Le regole di America’s Cup: la MotoGP dell’oceano

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Demonerosso

14 Febbraio 2021

4 min

Come si svolge una sfida sulle barche a vela più veloci al mondo

Le velocità delle barche di America’s Cup sottopongono gli equipaggi a sollecitazioni estreme

Le sfide che si svolgono in mare sono veri e propri duelli, con un solo vincitore e uno sconfitto

I team regatano a pochi metri gli uni dagli altri, creando situazioni limite per atleti e barche

L'intensità degli scontri in mare ha portato anche nella vela il bisogno di proteggere gli equipaggi

Il corpetto Dainese Sea-Guard permette ai team di affrontare i match con la giusta confidenza

Barche che volano sull'acqua a quasi 100 chilometri l’ora, strutture in fibra di carbonio capaci di resistere a sollecitazioni spaventose ed equipaggi di veri atleti in grado di controllare tutto questo. Come in MotoGP, o in Formula 1 se vogliamo, gente che va forte insomma, ma in mare. È l’America’s Cup. La corsa al titolo si apre con la PRADA Cup, la competizione che decide quale team sfiderà Emirates Team New Zealand, il campione in carica. Le formazioni al via della PRADA Cup sono tre e si contendono il titolo di Challenger, lo sfidante che tenterà di strappare dalle mani del Defender il trofeo di America's Cup. Ecco come funzionano le regate per la selezione dello sfidante della 36^ America’s Cup presented by PRADA.

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Il campo del match race 

Il campo di regata è simile a quello del tradizionale match race, termine con cui si indica una gara velica tra due imbarcazioni uguali. Traducibile letteralmente in “regata combattimento”, rende bene l’idea di quanto questo tipo di competizione sia un vero e proprio duello, per determinare un vincitore e uno sconfitto.  

La linea di partenza è posta tra due boe perpendicolarmente alla direzione del vento, è larga circa 300 metri. Le barche in gara si allineano in modo da partire contro vento. Alla fine del lato di bolina, quello in cui si procede contro vento, le barche incontrano un cancello formato da due boe, dopo aver girato attorno a queste, esse percorrono il lato di poppa. Alla fine di quest’ultimo si incontrano altre due boe, girate le quali le barche tornano sul lato di bolina.

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A seconda dell’intensità del vento viene stabilito il numero di tornate da percorrere: la durata della regata può essere di due, quattro o sei giri, questa decisione viene presa sul momento dal direttore di regata.  

 

La sfida corpo a corpo 

Nelle sfide della PRADA Cup le barche in regata sono due, come nei match race tradizionali, e devono attraversare la linea di partenza una da sinistra e una da destra. Una volta che la regata è partita le barche devono rimanere dentro i cosiddetti boundary, confini virtuali che le barche non devono oltrepassare, pena una penalità. Questi boundary sono presenti su tutto il campo di regata. Naturalmente sull’acqua non sono visibili, ma i concorrenti conoscono la loro posizione in ogni momento grazie al software di bordo, su cui ricevono le informazioni su questi confini virtuali.

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Ogni barca è circondata da un perimetro elettronico virtuale a forma di diamante: parte dalla prua, passa per gli estremi laterali dove ci sono i foil, delle ali che permettono alle barche di volare sull’acqua riducendo l’attrito con essa, e arriva agli spigoli di poppa. Quando i confini virtuali di due barche sono troppo vicini scatta una penalità. Le penalità sono un aspetto rilevante del match race e vengono comminate dagli arbitri, che sono cinque. Tre di questi operano da una postazione a terra, mentre gli altri due seguono la gara direttamente dall’acqua per dare un responso immediato su ciò che accade. Quando una barca è penalizzata deve rallentare in modo da perdere 50 metri sul suo percorso. 

 

Regatare in condizioni limite 

Per sua natura il match race, la regata a due, è un testa a testa fino al traguardo, in cui conta prevalere, anche di un solo metro, sulla barca avversaria. L’intensità dello scontro e la rapidità con cui ogni decisione va presa, fanno di queste regate uno sport che mette a dura prova uomini e mezzi, con i rischi che ne conseguono. Volare sull’acqua a cinquanta nodi, a pochi metri da un’altra barca, affrontare virate e decelerazioni improvvise in spazi ristretti porta anche nella vela il bisogno di protezione per gli equipaggi. Una necessità nuova, che tuttavia ha già mutato radicalmente uno sport in repentina evoluzione.

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Emirates Team New Zealand e Luna Rossa Prada Pirelli, rispettivamente Defender e pretendente al titolo di Challenger, si sono rivolti a Dainese per la protezione dei loro atleti. A questo scopo è nato Sea-Guard, un corpetto protettivo e galleggiante sviluppato appositamente per le regate di PRADA Cup e America’s Cup. Sea-Guard è una protezione ideata per mettere gli equipaggi nelle condizioni di affrontare queste sfide con la massima confidenza, in totale sicurezza e liberi di esprimersi.